lunedì, aprile 19, 2010

Il popolo e lo Stato

Guardando l'informazione Italiana e il mondo reale, mi chiedo se c'è in me qualcosa che non va oppure il problema è all'esterno? Sui giornali, nelle Tv, i Politici e i giornalisti non fanno che parlare di Presidenzialismo all'Americana, Premierato alla Tedesca, con o senza doppio turno, il Semipresidenzialismo alla Francese, mancano solo gli spaghetti alla Carbonara, e le pennette alla Puttanesca. Invece leggo on-line che ogni giorno chiudono delle aziende, ogni santo giorno dei lavoratori, con mogli, figli e anziani a carico ricevono delle lettere che dicono tutte sostanzialmente: "Non servi più".

Se la nostra Repubblica è fondata sul Lavoro, e credo che sia sacrosanto, e credo che non solo l'Italia sia fondata sul lavoro, allora la nostra Repubblica si sta sfaldando. Il problema è che la classe dirigente che deve fare qualcosa, non lo sta facendo perché cerca di prepararsi per governare anche la prossima legislatura senza impedimenti amministrativi e legali, senza rendersi conto che non facendo nulla non ci sarà nulla da governare tra tre anni, se non un popolo di disperati.

Penso anche a tutte le persone che perdendo il lavoro perdono un pezzo di se e non si sentono più gli stessi, e si sentono inutili quanto indesiderati, perdono un'identità che gli è appartenuta per tanti anni. Chi faceva la sarta ora che non cuce più non è più sarta. Chi era operaio meccanico ora che non monta più compressori, non è più meccanico. Chi faceva appoggio ai portatori di Handicap, aiutava i più sfortunati, ed ora chi aiuterà?

Così come spettri, ancora fortemente legati alle loro aziende fantasma, che per tanto tempo hanno amato e odiato, come si fa nelle storie più appassionate, si aggirano senza capire cosa e come è successo e cosa si deve fare, si guardano l'un l'altro e si interrogano. Per questo immagino marciare verso l'oblio schiere di mestieri e lavori, stendardi e loghi di fabbriche scomparse, in un viale di capannoni vuoti che rimbombano degli echi dei macchinari svenduti. Camminano con umile dignità come i lavoratori del quadro Il Quarto Stato di Giuseppe Pelizza da Volpedo.

La mia preoccupazione è che le persone private del loro lavoro perdano il loro essere lavoratori per rassegnarsi al ruolo di vittime, che le aziende nate dai sacrifici di generazioni si perdano e siano dimenticate.

Per cui sarebbe bello che commentando questo post si riuscisse a raccogliere, se non delle testimonianze, almeno i numeri di questa crisi, contando i posti di lavoro persi, le professionalità, le aziende i marchi, in modo da salvarli e lasciarli sopravvivere almeno nell'oceano della rete.


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