E' di sicuro un periodo pieno di sorprese quello che stiamo vivendo. Sorprese non belle purtroppo. E' un periodo in cui non esiste divisione e distinzione tra chi sta da una parte o dall'altra, tra destra e sinistra, tutti sembra abbiano deciso che questa è la riforma pensionistica migliore che ci sia, ma provate a tirare le somme del reale significato della riforma. I nostri padri, o comunque tutti coloro che in questo periodo sono riusciti ad andare in pensione hanno potuto godere delle conquiste sindacali degli anni d'oro del nostro paese, quando il posto fisso pubblico o no era per tutti, anzi si viveva nell'incertezza Fantozziana di una fossilizzazione della propria occupazione, nel terrore di finire a fare lo stesso lavoro alienante per decine di anni. Oggi invece oltre le flessibilità, la legge Biagi siamo riusciti a perdere così tanti privilegi sociali da essere schiavi moderni come dice Beppe Grillo. Questa riforma delle pensioni è la botta finale, si passa da un calcolo retributivo, con una media degli ultimi 10 anni di stipendio per calcolare la pensione, ragionevolmente il periodo di contribuzione maggiore, a un calcolo contributivo, sulla base dell'ammontare di contributi pagati. Questo abbasserà enormemente le pensioni. Fate un calcolo e considerate che in 40 anni di lavoro avete contribuito con un 13% del vostro stipendio a accantonare la vostra pensione, nei 20 anni successivi di pensione non vi potrete mai riprendere più del 26% (il doppio del 13%) del vostro stipendio, considerando che la contribuzione va difesa dall'inflazione. Così di fronte a una prospettiva in cui da un 70-80% dello stipendio come prospettiva pensionistica si passa a un 30-40% dello stipendio, già da fame, dei giorni nostri, ci propinano questa riforma come un toccasana, sì ma per i conti dell'INPS.
A questo si può ovviare è chiaro attraverso la destinazione del TFR a un fondo pensione, ma cosa significa questo? Noi lavoratori, oltre a pagare i contributi dobbiamo pagare anche col nostro TFR la futura pensione, significa che “malauguratamente” il nostro TFR (un sistema di fiducia e investimento lavoratore-datore) è andato perduto. Ovvero che non esiste più, perché andrà a incrementare di un 20% la pensione portandola a un 50-60% dello stipendio senza tra l'altro riuscire a garantirla alta come prima.
E' chiaro che con questa riforma si risaneranno i conti dell'INPS e dello stato, è chiaro che l'Europa è contenta, perché si prenderanno il TFR e abbassando le pensioni (da un 80% a un 60%), tutto a spese dei lavoratori, di coloro che della pensione avranno bisogno, di coloro a cui la vita si è allungata, ma a guardar bene il dettaglio ad allungarsi è la vecchiaia perché i bambini continuano a crescere sempre dello stesso ritmo, o no?
Mentre i nostri nonni, aiutavano i nostri padri a comprar casa e a diventare indipendenti, dando la dote alle figlie, oggi i nostri padri non possono far altro che dire “arrangiati” riuscendo chi più chi meno a barcamenarsi con la pensione. Noi cosa daremo ai nostri figli, immaginate di vivere con metà del vostro stipendio, oltre a doversi arrangiare i nostri figli dovranno occuparsi di noi e della nostra lunghissima vecchiaia.
Per questo enorme regalo, per aver donato la serenità del nostro futuro, all'INPS, io mi attendo dalla INPS stessa, pensionata e serena, almeno una lettera ufficiale di ringraziamento, perché ritengo che quando si riceve un regalo del genere bisogna per lo meno ringraziare.